
La testimonianza di chi lo aveva soccorso, quel giorno, raccolta su Facebook e qui riportata... |
A volte siamo troppo distratti per capire cosa abbiamo intorno, troppo concentrati sulle cose più stupide e vuote, affannati dal tempo che passa e da tutti i nostri impegni, rimandando a domani tutto ciò che in quel momento ci sembra non abbia priorità; rimandando tutto ciò che si pensa si possa fare domani, illusi che tutto rimanga uguale, che tutto si svolga secondo i nostri progetti, che tutto ruoti intorno a noi e tutto sia controllato e pianificato: parole non dette, abbracci non dati, sorrisi negati e luoghi mai visti; tutto annega nella quotidianità.
Fino a quando un giorno ti manca la terra sotto i piedi, qualcosa non è andato come tu avevi deciso, il tempo improvvisamente è finito e tu non ti sei neanche reso conto di averne cosi poco per poter ricambiare tutto l’amore che ti è stato dato.
Avevo tante cose da dirti, tanti abbracci da darti invece non mi resta altro che rimpiangere i momenti in cui non ci sono stata e i momenti in cui non avevo tempo per te. Solo una cosa mi consola, so che da lassù tu continui a volermi bene e potrai dare a qualcun altro i sorrisi che non hai più potuto dare a noi… il tempo passato insieme è stato bellissimo e sappi che anche ora che non ci sei più sei riuscito ad insegnarmi qualcosa che credo mi permetterà di amare più intensamente, di apprezzare tutto ciò che questa meravigliosa vita ci può dare tutti i giorni… proprio come facevi tu…
Grazie ancora,
Mariangela
Lunedì 18 Maggio 2009 15:45 |
Caro amico mio,
è un po che non ti scrivo... ma ti penso sempre...
ripenso spesso a come è nata, per caso, la nostra amicizia 11 anni fa,
da quel momento tra noi è stata subito sintonia...
Quando ho perso mia madre tu eri lì presente, accanto a me
per darmi forza, aiutarmi e starmi vicino in quei momenti difficili...
mi dicesti: "Ti starò sempre vicino e non permetterò mai che tu soffra ancora,
ho fatto una promessa e la devo mantenere"...
Queste le tue parole un paio di giorni dopo il funerale di mia madre,
ancora indelebili nella mia mente...
quella promessa che hai mantenuto sempre...
Ricordo ancora quando hai comprato la tua moto,
"IL MIO AMORE" la chiamavi quella moto che ti dava ancor di più il senso di libertà...
quella libertà che per molto tempo ti è mancata!
Le passeggiate in moto e le serate con gli amici... ti riempivano la vita.
Con l'arrivo del bel tempo, ogni momento libero dal lavoro era un'occasione buona per vedersi,
anche solo per cinque minuti per dirsi come va? ...
al bar, a rinaggiu, sotto casa o al parco con la mia piccola
che aveva timore di te, per via del casco, ma che appena prendevi in braccio esclamava "CHE ALTO!"
Sapevi farmi sempre ridere, come rendermi felice, ma sopratutto sapevi capire, anche nei miei silenzi,
quando qualcosa non andava... eri e sei sempre il mio ANGELO CUSTODE.
Tu...il migliore amico che io potessi avere, l'amico con la "A" maiuscola,
quello sempre pronto a farsi in quattro per darti una mano,
quello che ti dava sempre il suo appoggio e che era sempre lì
ad offrirti la sua spalla quando ne avevi bisogno...
Una persona vera,leale, sincera,unica... in una parola SPECIALE!
Ti voglio troppo bene Dami...
Ma poi è arrivato quel 4 agosto 2008, non dimenticherò mai quel giorno!
Quel giorno, il mio cuore si è spezzato per la seconda volta...
Tu mio dolcissimo, tenerissimo amico sei andato via...
Te ne sei andato via... lassù...in cielo... si proprio lì, dove ci sono gli angeli...
e TU sei diventato uno di loro... però speciale perchè tu sei il mio angelo!
MAI e poi mai avrei creduto di perderti così presto,
mai avrei creduto che il destino ti impedisse di
mantenere la promessa che mi avevi fatto molti anni prima.
Ma, comunque, ringrazio ogni giorno DIO, per averci fatto incontrare in quella festa 11 anni fa,
per avermi regalato il dono della tua preziosissima amicizia.
Ringrazio te DAMIANO... per esserci stato, e per essere ancora al mio fianco...
il nostro non è un addio, ma solo un arrivederci,
hai un posto speciale nel mio cuore, che ti appartiene per sempre...
TI VOGLIO BENE, mio dolce caro amico, ogni mio battito, ogni mia emozione, la vivo anche per te.
TUA PER SEMPRE LISE'
Per Damiano, la Valle è stata La porta sull'infinito
Giovedì 05 Marzo 2009 20:45 |
Sabato 28 Febbraio 2009 18:09 |
Solitamente la gente muore di incidente sui giornali, nei telegiornali, nelle chiacchiere di paese. Quasi fosse una notizia prestampata, senza un reale riscontro nella realtà, senza il dolore delle famiglie e degli amici.
È una morte, punto.
Qualcosa di talmente lontano e normale che non si pensa alle conseguenze. Una di quelle notizie che si leggono solitamente sul giornale: giri pagina e la notizia scompare dalla tua mente. Mai, però, potresti pensare che il protagonista dell’incidente potrebbe essere un tuo grande amico e, tanto meno, che potrebbe succedere sotto i tuoi occhi. Invece quel 4 Agosto ha sconvolto, ma non ucciso, tutte le mie convinzioni, il mio modo indifferente di leggere i giornali, la stupida convinzione che fossimo quasi “intoccabili”, facendomi entrare in conflitto con la realtà, quasi sapessi che, prima o poi, mi sarei risvegliato da questo brutto sogno.
La morte di Damiano, ancora, a distanza di diversi mesi, non l’ho capita e, tanto meno, l’ho accettata. Penso sempre a lui, so che è vero, ma allo stesso tempo so che non è possibile. Damiano c’era sempre, che lo si volesse o meno. Sapevi sempre dove poteva essere se ne avevi bisogno e, se non eri tu a cercarlo, te lo potevi trovare tranquillamente fuori casa a bussare da una finestra all’improvviso. Pensare che non busserà più, che non ci sarà più nessuno a spronarti per andare da qualche parte, semplicemente non riesco a crederlo, nonostante sia passato già diverso tempo.Era un punto di riferimento fisso, sicuro, uno dei pochi sul quale avrei davvero messo la mano sul fuoco. Sono passati sei mesi. Non ci credo, non ancora, o forse, più semplicemente e vigliaccamente, rifiuto di crederci. Non voglio farlo. Quello che mi consola, nei momenti più tristi, è il sapere che quello che ho vissuto, quello che abbiamo vissuto, lo porterò sempre con me: il sorriso di Damiano, la sua enorme disponibilità, la sua pazienza, il suo fortissimo senso dell’amicizia saranno sempre nel mio cuore, nella mia mente, come segni indelebili sulla mia vita. E mentre guardo le innumerevoli e varie fotografie scattate insieme, continuo a sostenere e credere che con Damiano non possa essere finita così.
Non ancora, almeno.
Febbraio 2009
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Sabato 28 Febbraio 2009 12:57 |
Alle 11:55 di quel 4 agosto 2008, ricordo perfettamente l'ora perchè istintivamente guardai l'orologio, eravamo in casa, io Lele e Franca, quando squillò il telefono... Ecco, così, ancora non sapevamo, cominciava un periodo nuovo con molte cose che sarebbero cambiate; quella telefonata era l'evento del punto spazio-temporale da cui si dipartiva una nuova linea che mai avrei voluto fosse generata... Rispose Franca e sentii che diceva: Non è possibile, o Dio no... Immediatamente pensai a Damiano, il cuore cominciò a battermi disordinatamente, in un attimo ci ritrovammo tutti e tre attorno al cordless con Franca che chiedeva chiarimenti all'interlocutore... Era Davide, disse che Damiano aveva avuto un incidente, vicino all'Isola Rossa dove era diretto e dove lo stavano aspettando... In quel momento lo stavano soccorrendo, c'erano due ambulanze e l'elicottero pronto a partire; a lui non consentivano di avvicinarsi e doveva guardare la scena da lontano: avrebbe richiamato, disse, per tenerci al corrente. Non chiamò più e in seguito fu terribilmente chiaro il perchè. La prima cosa che facemmo fu di telefonare al 118 per sapere dove lo stavano portando; ma al call center non sapevano niente, dissero di richiamare dopo 5-10 minuti. Una ridda impressionante di pensieri si susseguiva a ritmo forsennato, momenti di sconforto si alternavano ad istanti di speranza; la segreta speranza che ce l'avrebbe fatta aveva bisogno di verifiche, notizie, che invece non c'erano: altre due telefonate al 118 non avevano cambiato niente; Damiano era giovane, forte, vestito di tutto punto con le protezioni necessarie per andare in moto... ce l'avrebbe fatta, in fondo era solo caduto dalla moto, come ci aveva detto Davide, non si era scontrato con nessun autoveicolo. Ci recammo al pronto soccorso dell'ospedale, proprio di fronte a casa, ma neanche lì sapevano niente. Tornammo a casa e ci disponemmo ad attendere notizie, fiduciosi che sarebbero arrivate. Dopo una ventina di minuti cominciò però ad essere chiaro che non era affatto così; nonostante ripetute telefonate al 118, ai carabinieri di Tempio e Valledoria, non sapevamo semplicemente niente. Ancora oggi non siamo riusciti a capire se l'apparente disorganizzazione fu voluta perchè nessuno si era assunto la responsabilità di comunicarci il tragico epilogo dell'incidente... ciò è probabile ed umanamente comprensibile; oppure semplicemente i tempi di risposta del sistema erano molto più lunghi. Sempre più in preda all'agitazione, decidemmo che l'unico modo per sbloccare la situazione era andare direttamente all'Isola Rossa e capire cos'era successo e dove avevano portato Damiano: non sapevamo o non volevamo interpretare questa mancanza di notizie.
Rina, messa rapidamente al corrente, mi disse che andava direttamente sul posto, alla Marinedda, e ci avrebbe fatto sapere, visto che sarebbe arrivata molto prima di noi. Era una buona idea. Invece non ci chiamò affatto, visto che implicitamente lei ammetteva come noi che Damiano fosse ancora vivo. Alla fine raggiungemmo la località del sinistro, senza ancora sapere nulla di preciso... eravamo come in una specie di limbo, una sospensione vitale in cui poche cose avevano senso e la vita che continuava a scorrerci intorno ci appariva distante e priva di significato, come un film che non si fosse potuto vedere dall'inizio. |
Aprii la portiera, scesi dall'auto e mi misi a correre verso il primo carabiniere, con dentro uno straziante senso di vuoto ed angoscia, un blocco di tutte le funzioni mentali, un vuoto che avevo fretta e al contempo paura di colmare: dovevo correre verso il carabiniere e nello stesso tempo speravo che quel lasso di spazio-tempo non avesse mai fine; dovevo correre verso il carabiniere perchè così mi imponeva la realtà dell'accadere, però avrei tanto voluto fermarmi, schioccare le dita e far sparire d'incanto tutto quel maledetto incubo. I miei occhi, simili a punteruoli, guardavano interrogativamente i suoi, quasi avessero voluto scavarci dentro per estrarre all'istante la verità sull'accaduto; giunto a cinque/sei metri, osservai meglio la sua espressione, una sorta di vuoto indurimento inespressivo, che però a me parve fin troppo eloquente; tirai un pugno a vuoto nell'aria e mi piegai di lato sopraffatto dalla disperazione; poi di sottecchi tornai a guardarlo perchè avevo colto un cambiamento nella sua espressione facciale: in preda all'angoscia e al dubbio, incapace di risolvermi in un senso o nell'altro, gli chiesi alfine se, insomma, c'era speranza. Senza cambiare di molto il suo atteggiamento, mi chiese chi fossi; in quel momento non percepii la sua strategia volta a prendere tempo, centellinare e per così dire porgere con cautela la notizia, non potevo farlo, non ero in grado di farlo e quindi il suo comportamento mi sembrò insensato, ingiusto, quasi crudele; comunque, totalmente incapace di avere un qualche tipo di reazione, risposi che ero il padre. A mo' di chiarimento, aggiunse che lo avevano portato a Badesi: a Badesi? Attimi interminabili, pensieri indistinti sfreccianti nella mente incapace di controllo, sopraffatta dal dubbio e dall'angoscia; a che fare? Avrei potuto capire se mi avesse detto che era stato portato a Sassari o a Tempio, ma a Badesi, per fare che: non mi risultava che lì ci fossero ospedali! In quelle frazioni infinitesime di tempo fu proprio quello che pensai. Lo continuavo a guardare dritto negli occhi, quasi come se le parole sarebbero dovute uscire da lì; ma non feci in tempo a finire la domanda, già fatta, se ci fosse speranza, che mi disse: E' morto. Due parole, solo due parole, ma quanto bastava perchè davvero tutto intorno di colpo diventasse buio, tetro, senza significato; Lele e Franca ci avevano raggiunto, avevano ascoltato e compreso, ci eravamo abbracciati tutti e tre in preda ad un pianto dirotto, irrefrenabile; poi, preso da una smania incontenibile, ero andato a guardare la moto, il guard rail, il punto dell'impatto, da una parte con il desiderio di annientare e far sparire tutto con lo sguardo, annullando magicamente quanto accaduto; dall'altra come se avessi voluto tenere tutto a mente, registrare il più minimo dettaglio, al fine successivamente di ricomporre i vari pezzi per tentare di capire il senso di quanto era accaduto: si lo so, li sento tanti che sorridono benevolmente, o peggio, perchè penso al senso di quanto accaduto; è accaduto, basta... anzi meglio non chiedersi perchè, chissà cosa potresti scoprire. Mi guardavo intorno, vedevo, attraverso le lacrime, le auto passare, eppure non mi importava assolutamente niente, non avevo alcun ritegno, in quel momento era come se non stessero veramente passando da lì.
Se mi ami non piangere!
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Magnificenza del Divenire
Madre, asciuga le tue lacrime, tuo figlio ti guarda! Mi evolvo liberamente tra le opere divine, |
(Inserito il 10 Maggio 2009 in occasione della Festa della mamma)
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Il sito dell'Associazione Amici di Monica
(aggiunto in data 25 Aprile 2010)
Questo spazio è dedicato a Luigi Castronovo perito in un incidente stradale il 15 luglio 2010 all'età di 24 anni, lasciando in un dolore straziante e perenne i genitori, Lorenzo e Beatrice, e le sorelle.
Qui di seguito sono riportati alcuni loro scritti con i quali vogliono ricordare Luigi e testimoniare l'affetto immutato ed immutabile, anzi sempre più intenso, che li lega indissolubilmente a lui.
Amato figlio mio, Mi piace immaginarTi. Amato figlio mio, Ti cerco figlio mio, Amato figlio, Ogni volta che entro nella tua stanza E in questi giorni Gi sono un fiume di lacrime. Ti voglio un bene infinito Tua sorella Rita
17 Luglio: giorno dell'ultimo saluto |
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Sezione dedicata a Luigi inserita il 28/12/2012
Federica non c'è più, ma ha vinto lei: un esempio nella lotta contro il tumore |
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La giovane cagliaritana, nota per il suo blog "Tanto vinco io", è morta. Ma ha vinto perchè Unione Sarda: Matteo Vercelli Venerdì 06 settembre 2013 10:54
Il suo blog: www.tantovincoio.it Dal suo blog, una pagina dalla sorella: Grazie |
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Sezione dedicata a Federica inserita il 7 Settembre 2013 I diritti di immagini e contenuti sono dei legittimi proprietari; il loro utilizzo in questo sito è senza fini di lucro
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![]() Dedicated to Daniele Biasco di Matino (Lecce) Dedicated to Patrizia e figlioletta perite tragicamente ad Olbia durante l'alluvione ![]() |
Sabato 28 Febbraio 2009 08:25 |